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"Piuma Bianca"

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Piuma Bianca

Un giorno d’estate decisi di andare nelle praterie del Messico per vedere nidi d’ aquile.
Quando giunsi in una di quelle distese di verde, mi guardai attorno e vidi che sopra di me c’erano dieci aquile, alcune di colore marrone e altre bianche.
Notai, però, che una di loro era di entrambi i colori:
era particolarmente bella, ricoperta di piume dai colori sfumati.
Dopo aver montato la tenda in un ampio deserto verde e dopo aver sistemato tutte le mie cose, andai a dormire.
Prima di addormentarmi mi chiesi come mai c’erano alte montagne rocciose in mezzo ad una prateria, ma non feci in tempo ne’ a pensarci ne’ a darmi una risposta che mi ero già addormentato.
La mattina seguente la prateria era leggermente diversa:
aveva qualche sfumatura gialla ed il cielo era sereno con qualche nuvola bianca, a differenza del pomeriggio precedente che era stato nuvoloso ed intanto dal cielo cadevano anche qualche goccia di pioggia.
Pranzai e andai a fare qualche foto al panorama, che ormai era stupefacente.
Quel pomeriggio, verso le 16.00, scalai qualche montagna per vedere se c’erano nidi sopra di esse.
Verso sera andai a riposare ed intanto pensai alla giornata seguente ed immaginai che ero nel verde e osservavo l’ aquila col binocolo.
Dopo pensai all’aquila e decisi di darle un nome: Piuma Bianca.
La mattina seguente non fu come pensavo.
Stavo uscendo dalla tenda quando vidi un’ aquila gettarsi contro di me in picchiata seguita da tante altre.
Non riuscii neanche a girarmi che Piuma Bianca mi afferrò con gli arti e mi trasportò fin su una montagna dove vi era un nido immenso e da lì capii per certo che era una femmina.
Quando le aquile si furono quietate, Piuma Bianca mi riportò a terra.
Finalmente avevo visto un nido d’ aquila, il mio sogno!
Però non mi ero dato ancora una spiegazione sull’esistenza di quelle alte montagne, quindi ci pensai.
Dopo un quarto d’ora, venti minuti di concentrazione circa,mi venne una risposta:
erano templi quasi mai aperti su cui erano incisi geroglifici.
A quel punto chiamai un mio amico archeologo, gli raccontai tutto e lui arrivò immediatamente ed ancora oggi effettua delle ricerche su quegli strani personaggi che incisero geroglifici e vissero mille e mille anni fa.